Trattamento della depressione

Ciascuno di noi aspira a vivere la propria vita con gioia e gratificazione, realizzando non solo il benessere fisico ma soprattutto quello interiore. Tuttavia, la nostra esistenza è segnata anche da momenti di inevitabile dolore e depressione.

La vita, in maniera naturale, comporta delusioni, fatiche, perdite, che a volte squarciano l’ordine del mondo in cui si credeva. La morte di una persona cara, la fine di un amore, la perdita di una condizione esistenziale, di un lavoro o di un riconoscimento sociale: sono tutti eventi che segnano una crisi nel nostro equilibrio interiore, aprono ferite dolorose, talvolta ne riaprono di vecchie. C’è bisogno di tempo per venire a patti con le perdite e per ri-accordarsi “dentro”: i movimenti psichici richiedono gradualità e una certa lentezza. In alcuni casi questi processi possono anche incagliarsi e si fa fatica a riemergere da soli: la fiducia sembra affievolirsi, quasi azzerarsi; il dolore può diventare così insostenibile da spingere alla solitudine; ogni cosa è rallentata, immersa in un torpore che avvolge tutto. La perdita di una persona o di una condizione esistenziale che offriva sicurezza e solidità può gettarci in un abisso. E’ questo punto che ci si interroga su come uscire dalla depressione.

Ci sentiamo persi in un buio senza fine, in un pozzo senza fondo, nell’impossibilità di ritrovare un contatto, un affetto, una speranza. A volte ciò che si sente perduto o mancante ha che fare con il proprio Sé: come se ci fosse un pezzo difettoso, qualcosa in meno, qualcosa che un tempo c’era e ora non si trova più. Sentimenti di mortificazione, inadeguatezza, fallimento, disperazione, colpa possono via via offuscare il piacere della vita.

Quando parliamo di “depressione” non intendiamo semplicemente uno stato d’animo di tristezza e dispiacere (il passeggero “mi sento giù”), ma ci riferiamo ad una sofferenza più ingombrante che condiziona la propria vita. Chi soffre di depressione presenta un abbassamento nel tono dell’umore e una riduzione delle spinte vitali. Vengono meno la fiducia nelle proprie risorse e la speranza nel futuro. Attività quotidiane che un tempo erano naturali e fonte di piacere – come accudire i figli, investire nei rapporti sociali, lavorare – possono diventare pesanti e talvolta impossibili.

Il mondo sbiadisce e insieme la voglia di parteciparvi. Tutto sembra rallentare: il proprio corpo, lo scorrere dei pensieri e delle parole, il tempo vissuto. Ci si sente bloccati in un eterno presente che non passa mai. Tutto questo a volte toglie l’appetito e ruba il sonno, genera inquietudini e vissuti di ansietà che non danno pace. Altre volte, la sofferenza può mascherarsi in un corpo “dolente” (ad esempio, compaiono dolori diffusi, cefalee o preoccupazioni consistenti rispetto alla salute fisica).

Queste manifestazioni non sono necessariamente presenti contemporaneamente; inoltre, l’intensità del disagio depressivo può variare da livelli relativamente lievi che fanno soffrire ma non impediscono di lavorare o di avere una vita relazionale, a livelli molto più intensi che determinano una spaccatura nella continuità della propria vita, come se ci fosse un prima sereno e vitale e un dopo dove nulla sembra avere più significato. Possono allora presentarsi sentimenti di disperazione e pensieri di morte.

Tanti sono i fattori che possono dare origine a questa forma di sofferenza. È importante riconoscerla e sapersi affidare a validi professionisti. Un aiuto può venire dai farmaci, che tuttavia da soli non sono risolutivi. Per quanto efficaci su molti sintomi depressivi, i farmaci infatti non agiscono sui fattori profondi che portano una persona a ripiegare nella depressione. Questi aspetti sono meglio affrontabili con un percorso di psicoterapia. Quest’ultima in particolare può offrire uno spazio di accoglienza e riconoscimento dei propri vissuti, che sostiene la persona in un percorso di conoscenza di sé volto a mettere in parola quel dolore prima rappresentato dalla depressione o da un corpo sofferente.